sabato 13 giugno 2009

Marignanesi disertate le urne per il referendum
Berlusconi e Franceschini voteranno sì al referendum sulla nuova legge elettorale. Il motivo è molto semplice: entrambi aspirano al bipartitismo, un elemento fondamentale della terza repubblica assieme al federalismo e al presidenzialismo, per dividersi la torta parlamentare, eliminando i partiti parlamentari più piccoli e riducendo a loro sgabelli quelli medi. Ciò conferma che PDL e PD sono le due facce della stessa medaglia del regime capitalista. Conferma anche che sia la legge elettorale vigente sia quella che scaturirebbe se passasse il referendum del 21 giugno hanno unicamente il compito di assegnare il potere governativo o alla destra o alla "sinistra" del regime e impedire al partito del proletariato di accedere al parlamento e al governo. Infatti la nuova legge elettorale che verrebbe fuori dal referendum se vincesse il sì è ancor peggiore della legge Acerbo del 1923 con la quale Mussolini gettò le premesse per instaurare la sua dittatura fascista.
Sinistra Critica si appella affinché il referendum non raggiunga il quorum.
Il primo e il secondo quesito referendario riguardano il premio di maggioranza alla lista più votata e l'innalzamento della soglia di sbarramento rispettivamente per la Camera e per il Senato. Essi propongono l'abrogazione di quelle parti della legge Calderoli (la cosiddetta "porcellum") che prevedono il collegamento tra liste e la possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. Se passasse il referendum il premio di maggioranza non andrebbe più alla coalizione, ma i 340 seggi, cioè il 53,9% del totale dei seggi della Camera e il 55% dei seggi del Senato verrebbero attribuiti alla lista che raccoglie più voti delle altre, anche se questi voti dovessero corrispondere al 25%, o anche meno, dei voti validi. Abolendo le coalizioni, inoltre, ogni lista sarà obbligata a superare la soglia di sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato, riducendo così ulteriormente l'accesso al parlamento di tutti i partiti minori, a tutto vantaggio di quelli più forti. Il terzo quesito referendario chiede l'abrogazione della facoltà di presentare candidature multiple, sia alla Camera che al Senato. Si tratta di un vero e proprio "specchietto per le allodole" per abbagliare l'elettorato e nascondere il nero disegno che ispira gli altri due quesiti.
I referendum elettorali non devono passare. La legge Calderoli del 2005 così come la legge Mattarella del 1993, hanno già completamente stravolto il sistema elettorale democratico disegnato dalla Costituzione del '48, introducendo di fatto il presidenzialismo, aumentando il potere delle lobby economiche e finanziarie, personalizzando le battaglie elettorali, accentrando i poteri nei vertici istituzionali ai vari livelli, diminuendo il peso dell'elettorato sugli eletti, sulle istituzioni e sul governo, eliminando i partiti più piccoli, salvo quelli che si alleano e si sottomettono ai partiti maggiori.Ma se passassero i referendum la situazione peggiorerebbe ulteriormente, consolidando il potere dei partiti più forti e attribuendo in sostanza a un unico partito un potere assoluto in materia istituzionale e legislativa, con maggioranze blindate in parlamento e un'opposizione parlamentare di fatto legata mani e piedi. SINISTRA CRITICA SAN GIOVANNI IN MARIGNANO.

venerdì 12 giugno 2009

Sinistra Critica alle provinciali di Rimini, in meno di un anno triplica
in termini percentuali il risultato ottenuto alle precedenti elezioni,
conseguendo l’ 1.7%, con 2882 voti, rispetto ai 1102 voti ottenuti alle
politiche del 2008 (0.6%). In 6 collegi supera il 3% e in uno il 4%. Nei
comuni in cui si é presentata Sinistra Critica ottiene: l’8.5% a Misano e
conquista un consigliere, il 4% a Verucchio, il 2.5% a San Giovanni, il 2
a Riccione ( ove supera Prc e Pdci) e l’1.8% a Cattolica.
Sinistra Critica raccoglie questi consensi, pur presentando un programma
radicale, che chiedeva l’abolizione dei pattuglioni anti migranti sulle
spiagge per inviarli nelle imprese contro il lavoro nero e l’evasione, per
l’abolizione degli assessorati al turismo e di ogni finanziamento pubblico
alle imprese turistiche, per destinarli a precari, cassintegrati,per la
costruzione di nuove case popolari, per un piano rifiuti zero e per la
chiusura dell’inceneritore.
Sinistra Critica, con questo risultato determinante,manda al ballottaggio,
per la prima volta nella provincia di Rimini,il centrosinistra e il suo
candidato,Stefano Vitali, l’ex assessore che si é distinto per gli
opuscoli antiabortisti nei consultori. Rifondazione e Pdci, pagano, la
scelta di allearsi con l’uomo della “Papa Giovanni”, in termini di crollo
di consensi e di cancellazione dalle istituzioni provinciali.
Sinistra Critica, in linea con quanto già annunciato durante la campagna
elettorale, non é disponibile ad accordi col centrosinistra. Cosa
cambierebbe infatti per le donne della nostra provincia, tra la vittoria
del centrodestra e quella di un candidato amico del Movimento per la Vita?
Sinistra Critica continuerà le sue lotte all’interno dei comitati contro
l’inceneritore, per la difesa della scuola pubblica e contro il progetto
di cementificazione della nuova metropolitana di costa.
Sinistra Critica

martedì 9 giugno 2009

137 grazie ai cittadini marignanesi