martedì 15 settembre 2009

San Giovanni in Marignano 10 settembre 2009
Impianto Golfistico Comparto D13/1
Nell’area costiera della Riviera Romagnola da tempo si sta verificando il problema dell’erosione della costa marina che, unita alla sfrenata costruzione dei campi da golf, ( Verucchio e San Giovanni in Marignano) i quali hanno bisogno di molta acqua, aggrava ancora di più la situazione. A San Giovanni si sta ampliando tramite un Piano Particolareggiato d’iniziativa privata Comparto D13/1, l’impianto golfistico. Un campo da golf, per chi non lo sa, necessita di una notevole mole d’acqua irrigua per mantenere un’adeguata crescita della vegetazione nelle aree di gioco oltre al rischio di salinizzazione della falda nelle zone costiere e possibile inquinamento da pesticidi. Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, consuma in media 2.000 metri cubi di acqua al giorno ovvero si “beve” la stessa quantità d’acqua consumata da tutti gli abitanti di San Giovanni. L’amministrazione comunale di San Giovanni ha inviato alla Provincia tutta la documentazione ai fini della procedura di verifica di assoggettabilità, il grottesco è che la Provincia non ha ritenuto di intraprendere le procedure in materia di VAS; delirante poi appare il parere dell’Autorità di Bacino interregionale Marecchia-Conca che, con diverse note depositate al protocollo provinciale, ritiene l’intervento ininfluente dal punto di vista d’impatto idraulico. Ritengo che se proprio ci deve essere questo sport per pochi, questo sport che non porta niente alla nostra comunità, questo sport d’elite, almeno che l’impianto irriguo provenga solo ed esclusivamente dalle acque reflue trattate dai depuratori. Invito il Sindaco e la Giunta ad intervenire con atti deliberativi per tutelare il nostro sistema idrico.
Lucilla Ketti Ronchi Sinistra Critica San Giovanni in Marignano

domenica 2 agosto 2009

San Giovanni in Marignano 29/07/2009
Documento Comparto C2-4
Il comparto C2-4 fu inserito nel PRG del 1997, ed è inutile affermare che le notevoli dimensioni del comparto, rispetto ai comparti tradizionali, suscitò da subito un critico e intenso dibattito tra i cittadini marignanesi, ai quali, l’amministrazione non ha mai posto altre soluzioni né tantomeno verificate, assieme a loro, eventuali possibilità alternative alla costruzione del comparto C2-4. Il comparto si doveva fare punto e basta, senza mai analizzare il forte impatto sociale che esso avrebbe potuto avere sui servizi esistenti.
Perché noi chiediamo l’immediato ritiro della delibera di C.C. n. 36 del 07/04/2009?
Le motivazioni partono dal semplice fatto che la realizzazione del COMPARTONE, non è sostenibile, non è sostenibile, sia in concomitanza con il polo industriale, sia con il carente sistema dei servizi presenti a San Giovanni in Marignano, sia (e cosa non da poco) per il mancato coinvolgimento dei cittadini residenti.
L’aspirazione prevalente espressa dai cittadini marignanesi è di :
tutelare, valorizzare il nostro paese liberandolo da un traffico non sostenibile, riconsiderando l’insieme delle componenti insediative (centro storico, frazioni, residenza, servizi e zone produttive) come una città mosaico di attività nel verde secondo un sistema integrato in armonia con i diversi contesti paesaggistici ( riviera, pianura agricola, collina, ambiti fluviali) certamente il C2-4 non è , né compatibile, né sostenibile con questa visione della nostra cittadina.
Oltre alla non sostenibilità emerge anche la mancata salvaguardia dell’edilizia pubblica, perché la riduzione e il trasferimento di 4.900 mq di SC di potenzialità edificatoria agisce solamente nella parte pubblica lasciando intaccata quella privata?
Appare strano che questi 4.900 mq possono essere tranquillamente collocati nell’ambito del PSC mentre la realizzazione del COMPARTONE deve necessariamente rimanerne fuori, allora io chiedo: chi realizzerà la quota di edilizia pubblica nel comparto C2-4? Chi realizzerà i 4.900 mq portati fuori dal comparto C2-4? Con ulteriore consumo del territorio? Con altre speculazioni e nuovi accordi con il proprietario di turno?
Riteniamo assurdo assegnare la somma di 600.000,00 euro per la realizzazione del fabbricato da adibire al “ Centro giovani” in quanto non è pensabile che se il centro dovesse costare di più il Comune dovrà integrare la differenza, con il rischio fra l’altro, di creare debiti fuori bilancio,
quindi, per noi, la spesa del centro giovani, in tutte le sue fasi, con i relativi i pareri obbligatori dovrà essere totalmente a carico del privato.
Più volte, nel dibattito tra cittadini e politici è emerso che il Compartone a questo punto si deve assolutamente realizzare perché il principio dei “diritti acquisiti” non si possono cancellare, se non con la conseguenza inevitabile di risarcimenti onerosi, noi, a questo proposito, vogliamo citare alcuni casi avvenuti in Comuni vicini:come non ricordare il caso del cinodromo nella zona Fontanelle di Riccione. Anche quello era un diritto acquisito, ma, il Comune di Riccione fece marcia indietro; come non ricordare la lottizzazione prima sancita nel PRG di Verucchio, e poi cancellata? I privati fecero le loro legittime denunce ma le sentenze furono a favore delle amministrazioni comunali. Tiriamoci su le maniche, facendo sentire le nostre voci a quei politici che ancora subiscono il fascino dei poteri forti a discapito degli interessi pubblici. Non c’è dubbio, il mercato è forte, molte sono le insidie del liberismo selvaggio, ma noi tutti insieme, tutti uniti avremo la meglio, e i signori del mattone finalmente saranno sconfitti.
Sinistra Critica San Giovanni in Marignano

martedì 7 luglio 2009

Dal tempo dei miglioristi, Napolitano si è sempre contraddistinto come grande estimatore di Berlusconi, ma questa volta, per una volta prenda il coraggio a due mani e non firmi la legge sul pacchetto sicurezza, riaffermi almeno per una volta a tutti noi, che il Quirinale è ancora la massima autorità di garanzia del Paese. Ketti Ronchi

venerdì 3 luglio 2009

Informazione ai cittadini marignanesi
03/07/2009 – Emilia Romagna quarta in Italia per il varo del Piano Casa. Le nuove regole in materia urbanistica per il “Governo e la riqualificazione solidale del territorio”, che si collocano nel processo di modifica della Legge 20/2000, sono state precedute da Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano e Umbria. Si tratta, secondo il Governatore Errani, di una riforma seria e duratura, preferibile rispetto a uno spot a tempo.Semplificazione burocratica: La norma approvata prevede lo snellimento delle procedure per le opere pubbliche e una maggiore partecipazione dei cittadini. Garantiti tempi brevi e risposte immediate agli investitori interessati da parte delle Amministrazioni competenti. Saranno assembrate tutte le fasi, dal progetto preliminare fino al cantiere, inserendo, dove necessario, anche l’esproprio. Recepita l’intesa Governo Regioni del primo aprile, con accelerazioni dei procedimenti edilizi senza tralasciare il rispetto dei processi di pianificazione.Interventi ammessi: Via agli ampliamenti del 20% sugli edifici abitativi esistenti al 31 marzo 2009, con una superficie massima di 350 metri quadri. L’incremento non può comunque superare i 70 metri quadrati e viene approvato a patto che siano rispettati i requisiti energetici regionali. Liberalizzate le sopraelevazioni, mentre restano vietati i cambi di destinazione d’uso. Per ogni intervento deve essere valutata la sicurezza, ricorrendo, se necessario, anche all’adeguamento sismico dell’intero immobile. Ampliamenti del 35%, fino a un massimo di 130 metri quadri, sono possibili se la riqualificazione energetica non riguarda solo l’intervento, ma tutto l’edificio o se viene effettuato l’adeguamento sismico di tutta la struttura nei Comuni a medio rischio. Le demolizioni e ricostruzioni si avvalgono di un bonus volumetrico del 35%, che può salire al 50% in caso di abbattimento e delocalizzazione degli immobili incongrui. La norma si applica anche agli edifici in cui la parte di unità non residenziali non superi il 30%; in questo caso il livello di prestazione energetica raggiunto deve superare del 25% quello previsto dalle leggi regionali. Esclusi invece centri storici e aree sotto tutela, cui possono sommarsi altre zone che i Comuni devono comunicare entro 60 giorni.
Impatto della norma: La riforma legislativa consente una riforma strutturale. Gli interventi straordinari avranno invece durata di 18 mesi, ma è previsto, anche successivamente, un sistema per lo sviluppo delle attività produttive a favore delle imprese già presenti sul territorio che, volendo ingrandirsi, potranno avvalersi di una variante accelerata degli strumenti urbanistici, coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e trasformazione del territorio. Edilizia sociale: Promossa la soluzione del problema abitativo. Ogni intervento previsto nei programmi di riqualificazione urbana dovrà destinare almeno il 20% a giovani coppie, studenti, portatori di handicap e cittadini stranieri. Per abbattere i costi delle abitazioni, verranno istituiti demani comunali di aree edificabili per edilizia sociale ceduti dai nuovi interventi su aree di espansione. Si prevedono pertanto specifiche risorse regionali in favore dei Comuni.Enti Locali: Specifiche disposizioni sono riservate alla pianificazione urbanistica comunale a vantaggio delle piccole Amministrazioni, che per l’adozione di piani strutturalipossono avvalersi dell’approvazione associata. Consolidato anche il ruolo strategico del Piano territoriale regionale come indirizzo per gli obiettivi strategici. Ketti Ronchi

sabato 13 giugno 2009

Marignanesi disertate le urne per il referendum
Berlusconi e Franceschini voteranno sì al referendum sulla nuova legge elettorale. Il motivo è molto semplice: entrambi aspirano al bipartitismo, un elemento fondamentale della terza repubblica assieme al federalismo e al presidenzialismo, per dividersi la torta parlamentare, eliminando i partiti parlamentari più piccoli e riducendo a loro sgabelli quelli medi. Ciò conferma che PDL e PD sono le due facce della stessa medaglia del regime capitalista. Conferma anche che sia la legge elettorale vigente sia quella che scaturirebbe se passasse il referendum del 21 giugno hanno unicamente il compito di assegnare il potere governativo o alla destra o alla "sinistra" del regime e impedire al partito del proletariato di accedere al parlamento e al governo. Infatti la nuova legge elettorale che verrebbe fuori dal referendum se vincesse il sì è ancor peggiore della legge Acerbo del 1923 con la quale Mussolini gettò le premesse per instaurare la sua dittatura fascista.
Sinistra Critica si appella affinché il referendum non raggiunga il quorum.
Il primo e il secondo quesito referendario riguardano il premio di maggioranza alla lista più votata e l'innalzamento della soglia di sbarramento rispettivamente per la Camera e per il Senato. Essi propongono l'abrogazione di quelle parti della legge Calderoli (la cosiddetta "porcellum") che prevedono il collegamento tra liste e la possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. Se passasse il referendum il premio di maggioranza non andrebbe più alla coalizione, ma i 340 seggi, cioè il 53,9% del totale dei seggi della Camera e il 55% dei seggi del Senato verrebbero attribuiti alla lista che raccoglie più voti delle altre, anche se questi voti dovessero corrispondere al 25%, o anche meno, dei voti validi. Abolendo le coalizioni, inoltre, ogni lista sarà obbligata a superare la soglia di sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato, riducendo così ulteriormente l'accesso al parlamento di tutti i partiti minori, a tutto vantaggio di quelli più forti. Il terzo quesito referendario chiede l'abrogazione della facoltà di presentare candidature multiple, sia alla Camera che al Senato. Si tratta di un vero e proprio "specchietto per le allodole" per abbagliare l'elettorato e nascondere il nero disegno che ispira gli altri due quesiti.
I referendum elettorali non devono passare. La legge Calderoli del 2005 così come la legge Mattarella del 1993, hanno già completamente stravolto il sistema elettorale democratico disegnato dalla Costituzione del '48, introducendo di fatto il presidenzialismo, aumentando il potere delle lobby economiche e finanziarie, personalizzando le battaglie elettorali, accentrando i poteri nei vertici istituzionali ai vari livelli, diminuendo il peso dell'elettorato sugli eletti, sulle istituzioni e sul governo, eliminando i partiti più piccoli, salvo quelli che si alleano e si sottomettono ai partiti maggiori.Ma se passassero i referendum la situazione peggiorerebbe ulteriormente, consolidando il potere dei partiti più forti e attribuendo in sostanza a un unico partito un potere assoluto in materia istituzionale e legislativa, con maggioranze blindate in parlamento e un'opposizione parlamentare di fatto legata mani e piedi. SINISTRA CRITICA SAN GIOVANNI IN MARIGNANO.

venerdì 12 giugno 2009

Sinistra Critica alle provinciali di Rimini, in meno di un anno triplica
in termini percentuali il risultato ottenuto alle precedenti elezioni,
conseguendo l’ 1.7%, con 2882 voti, rispetto ai 1102 voti ottenuti alle
politiche del 2008 (0.6%). In 6 collegi supera il 3% e in uno il 4%. Nei
comuni in cui si é presentata Sinistra Critica ottiene: l’8.5% a Misano e
conquista un consigliere, il 4% a Verucchio, il 2.5% a San Giovanni, il 2
a Riccione ( ove supera Prc e Pdci) e l’1.8% a Cattolica.
Sinistra Critica raccoglie questi consensi, pur presentando un programma
radicale, che chiedeva l’abolizione dei pattuglioni anti migranti sulle
spiagge per inviarli nelle imprese contro il lavoro nero e l’evasione, per
l’abolizione degli assessorati al turismo e di ogni finanziamento pubblico
alle imprese turistiche, per destinarli a precari, cassintegrati,per la
costruzione di nuove case popolari, per un piano rifiuti zero e per la
chiusura dell’inceneritore.
Sinistra Critica, con questo risultato determinante,manda al ballottaggio,
per la prima volta nella provincia di Rimini,il centrosinistra e il suo
candidato,Stefano Vitali, l’ex assessore che si é distinto per gli
opuscoli antiabortisti nei consultori. Rifondazione e Pdci, pagano, la
scelta di allearsi con l’uomo della “Papa Giovanni”, in termini di crollo
di consensi e di cancellazione dalle istituzioni provinciali.
Sinistra Critica, in linea con quanto già annunciato durante la campagna
elettorale, non é disponibile ad accordi col centrosinistra. Cosa
cambierebbe infatti per le donne della nostra provincia, tra la vittoria
del centrodestra e quella di un candidato amico del Movimento per la Vita?
Sinistra Critica continuerà le sue lotte all’interno dei comitati contro
l’inceneritore, per la difesa della scuola pubblica e contro il progetto
di cementificazione della nuova metropolitana di costa.
Sinistra Critica

martedì 9 giugno 2009

137 grazie ai cittadini marignanesi